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Politica ed Economia

Per parlare della politica e dell’economia inglese dovremmo parlare più in generale dell’andamento del Regno Unito. Come abbiamo già accennato nella sezione di Storia, l’attuale denominazione dello stato è di Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, che risale al 1922. Si tratta di una monarchia costituzionale ereditaria: il sovrano è il capo dello stato e anche del sistema giudiziario, delle forze armate e della chiese scozzese e anglicana. Come è presumibile, l’ordinamento statale è regolato dalla Common Law, da documenti parlamentari quali il Parliament Act emanato nel 1911 e il Westmister del 1931, ma anche da alcuni documenti storici come la famosissima Magna Charta del 1215 e il Bill of Rights del 1689.

Il potere esecutivo è conferito alla corona ma generalmente viene esercitato dal gabinetto e dal premier, nominato nel partito di maggioranza direttamente dal re. Il potere legislativo invece è affidato al Parlamento. Esso è composto da due camere, la Camera dei Lord, composta da 713 membri chiamati Peers, nominati a vita dal sovrano e la Camera dei Comuni composta da 646 membri eletti a suffragio universale per la durata di 5 anni. Il diritto di voto è applicato a tutti i cittadini a partire dai 18 anni di età.
Il potere giudiziario invece è basato sulla Common Low, e la Camera dei Lord è la massima corte d’appello, composta quindi da giudici e giuristi di professione. Strano ma vera la pena di morte era ancora in vigore prima del 1998, ma successivamente venne abolita e dal 2001 venne abolita anche nei codici militari.
Dal punto di vista politico i partiti dominanti,sin dalla fine della seconda guerra mondiale, furono il Partito Conservatore e il Partito Labourista. Ultimamente si aggiunge anche il Partito Liberaldemocratico e in generale sono più seguiti rispetto al passato molti partiti regionali, come quello nazionalista scozzese e quello gallese.

Passiamo ora all’economia. Il Regno Unito è uno dei paesi più industrializzati del mondo ed ovviamente molta della sua fortuna si deve alla forza economica della sola Inghilterra. Successivamente alle forti crisi derivate dal conflitto della seconda guerra mondiale, si viene alla scoperta di molti giacimenti petroliferi nel mar del Nord, cosa che permise la riduzione del deficit. Dagli anni settanta in poi, l’economia britannica e quella inglese subirono una netta impennata e solo oggi, dopo più di vent’anni sembra periodo di crisi, ovviamente accentuata dal momento economico totalmente instabile che si percepisce in tutto il mondo. Parlando dei settori economici, il primario risulta forse il meno sviluppato, nonostante il 24% del territorio britannico sia coltivato, esso non partecipa con particolare rilevanza al PIL. L’Inghilterra si posiziona al primo posto per l’arativo e le colture principali sono il frumento, la barbabietola da zucchero, le patate e l’avena.
L’Inghilterra è sempre stata una delle nazioni più importanti quando si parla d’industria. Fu nel XIX secolo la prima nazione industrializzata e la famosa Rivoluzione nacque appunto tra le strade di Londra.

Nonostante i grandi sviluppi attuati negli anni del 900, soprattutto a livello di industria pesante, dopo gli anni settanta si è visto un netto declino, soprattutto causato dalla concorrenza straniera. Si ridusse il numero di occupati nel settore e molti stabilimenti dovettero chiudere. Oggi in Inghilterra i settori industriali più fortunati sono quelli tessili e automobilistici, da non sottovalutare anche l’importanza delle industrie farmaceutiche, chimiche ed aerospaziali.
Ma sicuramente il settore più sviluppato e fiorente nell’economia inglese e britannica è quello del terziario. Il paese ospita numerosi istituti finanziari come la famosissima Borsa Valori di Londra e la Borsa delle Assicurazioni dei Lloyd’s. Tirano l’economia del paese per l’appunto i centri finanziari e il commercio che da sempre ha assunto importanza fondamentale. Oggi il Regno Unito è la quinta nazione al mondo per volume di scambi. Tra le merci di esportazione troviamo mezzi di trasporto, manufatti, petrolio, prodotti chimici, attrezzature aerospaziali ed elettroniche.

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